OltreAmare

Riflessione

Un giorno approdai, per caso, a uno di quei blog che non si scrivono neppure più. Eppure non sembra essere passato così tanto tempo... Conteneva i pensieri, le emozioni, le speranze di una giovane donna, immersa nella sua vita. Iniziai a leggere qualche racconto, qualche metafora, qualche 'sfogo' dettato dalla sua natura; mi piacquero il suo modo di scrivere diretto, il saper trovare sempre una frase corta per descrivere una situazione complessa o un evento, e continuai a leggere fino al racconto di una coppia, anzi 'una coppia e mezza', in cui un intreccio, ben poco improbabile data la sua diffusione nel mondo, aveva cambiato la vita di emtrambi. Forse fu lo stato d'animo in cui giacevo in quei giorni a darmi la spinta giusta per iniziare a scrivere il materiale che, successivamente, sarebbe diventato un album strumentale, OltreAmare, del quale, al fondo della pagina, troverete un lettore multimediale già 'puntato' sul brano che riguarda questa riflessione. La notte, come i tramonti, la luna, il vento, il silenzio, ma anche il sole, per certi versi, sono molto ricorrenti tanto nelle poesie quanto nei racconti e nelle ambientazioni delle scene di alcuni libri; 'predispongono' il lettore/ascoltatore a uno stato d'animo più profondo, pronto ad accogliere il messaggio che si vuole trascendere a parole. Lo scritto qui sotto, non ha il potere evocativo di un racconto, nè l'impatto emotivo di una poesia, non lo vuole affatto. Leggetelo assorbendo il significato di chi, tra i componenti di quello che chiamerei 'ménage a trois', è più indicato ad assolvere al ruolo di colpevole, in questo processo alla vita.

Livio Amato

È triste il silenzio,

lo è ancor di più quando si è costretti ad accettarlo,

quando non hai alternative,

quando pensi che sia l'unico modo per dire qualcosa.


Nel silenzio sono i ricordi a parlare,

le uniche voci che senti sono quelle del passato,

un passato fatto di piccoli momenti

che ora ti sembrano l'unica cosa per cui valeva la pena di vivere tutto questo.


Quando qualcosa improvvisamente finisce,

di solito senza una ragione precisa,

il mondo che dominavi, di cui eri protagonista,

ti abbandona, si allontana velocemente.


Diventi spettatore della tua stessa vita:

riesci a vederti mentre camminavi insieme a lei in quella che era la vostra piazza,

ti sembra di risentire la sua voce mentre parla con qualcuno che una volta eri tu,

e che adesso è così lontano.


Una strana sequenza di foto in bianco e nero che raccontano la vostra storia

piccoli dettagli di cui non riesci a liberarti e che rivivi con doloroso piacere.


Il dolore ha un certo fascino, viviamo tutta un'intera vita alla ricerca della felicità,

e quando finalmente ci troviamo di fronte a qualcosa di veramente bello,

lo affrontiamo con un tale timore che tutto diventa ansia e paura.


Abbiamo paura di essere felici, non lo crediamo possibile, e scappiamo.

Forse aveva ragione Wilde quando diceva che

'la sola cosa peggiore di non ottenere ciò che si desidera è ottenerlo',

come se l'importante non fosse raggiungere l'obiettivo,

ma vivere in funzione di questo senza mai toccarlo veramente,

accontentandoci solo di sfiorarlo timidamente e poi lasciarlo andare,

per cercarlo ancora e ancora.


Anche se non so in che modo avrei potuto evitare tutto questo

mi sento proprio uno stupido;

ti ho lasciata andare via così, senza appello, quando tutto sembrava perfetto ...

almeno credo.


Se è vero che l'amore non è una condizione ma una scelta, un'arte,

allora tu, mia piccola dolcissima stronza, sei la mia opera più bella,

la più tormentata, la più vera.


Volevi che ti regalassi un ricordo,

beh ...

ti ho dato qualcosa di più di un ricordo:

in silenzio ti ho donato i miei occhi,

il mio modo di vedere il mondo con le sue forme e i suoi colori ...

... e anche il coraggio che, ora, mi manca.


Livio Amato

In breve:

L.A.M.