Come in un sogno

Come in un sogno

Anna aprì gli occhi. Era un po’ stordita, ma non aveva più freddo, si sentiva al caldo ed al sicuro. Si guardò intorno e non credette ai suoi occhi, osservò bene l’ambiente circostante e pensò di essere in un sogno, in un magnifico sogno. Sì, molto probabilmente stava ancora sognando!

Era sdraiata su uno splendido letto a baldacchino, le coperte erano fatte di seta morbida e liscia, tutt’intorno aveva lo splendore più completo. C’erano due divani enormi e rossi posti al centro della stanza, un lungo tappeto in mezzo, il pavimento in parquet, in fondo il camino era acceso, dalle finestre enormi penetrava una luce tenue che le accarezzava il viso. E poi grandi specchi, almeno tre o quattro, e quadri, tanti quadri, come in un appartamento reale e un enorme lampadario al centro.

Anna guardò la sua immagine riflessa in uno degli specchi, sembrava più bella che mai, raggiante, eppure non riusciva ancora a capire.

Si alzò dal letto e si avvicinò allo specchio, guardò nuovamente la sua immagine riflessa, non riusciva a crederci: gli occhi azzurri sembravano il riflesso dell’acqua limpida; i capelli biondi e riccioluti brillavano come i raggi del sole. Era tutto splendido e lei lo sembrava ancor di più.

– E’ permesso?

La porta si aprì e sbucò un uomo, non lo conosceva, non lo aveva mai visto, ma le sembrava così buono, così “pulito”, non ebbe paura di vederlo avvicinarsi. Sembrava vicino alla sessantina, aveva una barbetta incolta grigiastra come i suoi capelli stempiati, vestiva in giacca e cravatta e aveva uno smagliante sorriso stampato sul viso.

– Mi scusi se la disturbo miss Anna, volevo solo accertarmi che stesse bene

La ragazza sobbalzò dopo quelle parole.

– Come fa a sapere il mio nome?

– Beh, diciamo che la conosciamo bene

Imperterrito continuò il suo discorso, sembrava non si fosse accorto della paura che le si era stampata sul volto.

– La voglio informare che nell’armadio troverà roba di suo gradimento e che la cena è servita sul tavolo.

Anna fu per un attimo abbandonata dalla paura e sopraffatta dalla curiosità, si precipitò subito all’armadio e trovò un po’ di belle sorprese. Vestiti, vestiti a bizzeffe e scarpe splendide, tutto ciò che la vita non le aveva permesso di avere sembrava fosse arrivato in pochi minuti. E poi la cena. Vide su un tavolino diversi vassoi coperti, ne scoperchiò un paio e trovò delle meravigliose prelibatezze: pollo, aragosta, pasta ed una bottiglia di champagne messa in un secchio pieno di ghiaccio.

Ricordava gli anni duri dell’infanzia, l’orfanotrofio e poi, appena diciottenne, “l’abbandono”. Non le era rimasto nulla, neanche un tetto, era rimasta sola, senza nessuno. Quelle odiose persone non avevano accettato l’affidamento a quella famiglia italiana, quella splendida famiglia italiana. Quelle odiose persone l’avevano tenuta nel loro inferno e dopo l’avevano abbandonata  portandola in un inferno ancora peggiore: la strada. Lì in Ucraina faceva freddo, tanto freddo, quel freddo che entra nelle ossa. Si era addormentata su una panchina, aveva una coperta addosso oltre che degli stracci che usava per vestirsi. Ora invece sembrava di stare in una reggia, quell’uomo le aveva offerto cibo, caldo, vestiti, bellezza e splendore, tanto splendore, quello che non aveva mai visto.

Un sorriso le scappò dalle labbra, dovunque fosse era salva, salva da quel mondo di bestie e di freddo, ma non riusciva ancora a capire il perché. In orfanotrofio aveva imparato che “niente è dato per niente”.

Guardò l’uomo in giacca e cravatta e gli disse - Io la ringrazio, ma vorrei sapere: perché è così premuroso nei miei confronti?-

L’uomo le rispose con il suo solito sorriso stampato sul viso.

– Vede, mia cara, la sofferenza e il dolore sono l’arma dei deboli e il Signore premia sempre i deboli

– Beh questo è sicuro, ma vorrei sapere chi è che devo ringraziare e perché mi sta offendo tanto

– Gliel’ho già detto mia cara. Deve ringraziare il Signore che l’ha premiata e l’ha accolta fra le sue braccia-

Anna iniziò ad avere un presentimento e cominciò a capire.

– Scusi, ma... dove mi trovo?

L’uomo con voce dolce e delicata le rispose

– In Paradio mia cara, in Paradiso.

In breve:

L.A.M.